Grazie al fintech e alla spinta innovatrice che questo settore ha innescato anche all’interno dei player tradizionali della finanza, oggi le imprese possono contare su un’ampia scelta di strumenti per l’accesso al credito. Per affiancare i metodi tradizionali come i prestiti bancari, i finanziamenti europei, nazionali o regionali, negli ultimi anni sono nate alternative come il social lending.
Il social lending, chiamato anche lending crowdfunding o P2P lending, è una forma di finanziamento collaborativo che avviene direttamente tra individui o aziende, attraverso piattaforme online specializzate. Il concetto sottostante a questa forma di prestito si basa sull'idea che consumatori e aziende possono prendere in prestito o prestare denaro senza l'intermediazione di istituzioni finanziarie tradizionali come banche o istituti di credito.
La piattaforma di social lending fa da tramite tra prestatore e finanziatore (o investitore), facendone convergere gli interessi.
Questa tipologia di servizi è stata regolamentata da Banca d'Italia nel novembre 2016, con le nuove disposizioni in materia di raccolta del risparmio da parte dei soggetti diversi dalle banche. Le norme sul cosiddetto lending-based crowdfunding sono in vigore dal 1° gennaio 2017.¹
Inoltre, la legge di delegazione europea per l'anno 2021 – pubblicata il 26 agosto 2022 nella Gazzetta Ufficiale n. 199 – ha designato Banca d'Italia e Consob come autorità competenti, ciascuna secondo le proprie finalità, ai sensi del Regolamento (UE) 2020/1503, che istituisce un quadro regolamentare uniforme a livello europeo per la fornitura di servizi di crowdfunding per le imprese.²
Ma quali sono i ruoli chiave di queste piattaforme nel contesto del finanziamento peer-to-peer? Vediamo i principali:
In sintesi, le piattaforme di social lending agiscono come intermediari digitali che agevolano il processo di finanziamento tra individui o imprese, fornendo una struttura tecnologica, valutazioni del rischio e servizi per agevolare la gestione dei prestiti.
Sul mercato esistono diverse piattaforme di social lending, dedicate ai prestiti alle imprese o ai prestiti personali. Il funzionamento del processo di richiesta ed erogazione del credito è analogo per entrambi le tipologie. Approfondiamo le varie fasi:
Ciò che contraddistingue queste soluzioni è la trasparenza in tutte le fasi del processo, elemento fondamentale soprattutto considerato che queste piattaforme sono relativamente recenti e non godono, ancora, della reputazione di banche e degli operatori tradizionali del credito.
La nascita di queste piattaforme, spesso, viene ricondotta alla necessità per alcune figure di accedere al credito in un contesto in cui gli attori istituzionali non lo avrebbero concesso. In realtà, approfondendo le caratteristiche di queste soluzioni, si possono identificare una serie di vantaggi sia per i prestatari sia per i finanziatori.
Per i prestatari:
Per i prestatori:
Queste forme di finanziamento, dunque, si contraddistinguono dal resto del mercato del credito per la natura stessa di tutto il processo di richiesta ed erogazione. Ai vantaggi appena elencati naturalmente si affiancano alcuni svantaggi, come: il rischio di credito, ossia il rischio che il prestatario non rimborsi il prestito, e il rischio di mercato che può rendere l’investimento meno remunerativo al variare, per esempio, dei tassi di riferimento.
In conclusione, questi strumenti rientrano nel più ampio panorama delle soluzioni finanziarie innovative che possono essere costruite anche grazie a soluzioni di lending e digital onboarding erogate as a service, riducendo i costi interni di sviluppo e ottimizzando i processi.
Disposizioni per la raccolta del risparmio dei soggetti diversi dalle banche | Banca d’Italia, novembre 2016
Comunicazione della Banca d'Italia e della Consob in materia di fornitori di servizi di crowdfunding per le imprese | Banca d’Italia e Consob, ottobre 2022